Qualche giorno fa, incuriosita da un articolo di una rivista tipo ” Donnatrendy megavip ” sul tema del porno al femminile, sono andata a indagare su
internet.
Quanto a film ero rimasta ai superclassici che mio marito, quando ancora non vantava la sessualità di un pinolo, nascondeva nel cassetto.
Il suo preferito era ” Mia moglie davanti e dietro tutti quanti “. Non molto incoraggiante e francamente parecchio faticoso.
La trama non era molto complessa:
Una tipa scandinava si recava dal benzinaio e, dopo aver detto ” Diecimilia lira di gasolia e pozo fare telefonata “, unica battuta parlata del film, andava nel retro per darla al benzinaio, al gommista, al carburatorista, ai passanti e al cane a sei zampe dell’Agip. Fine.
Il porno al femminile invece, ve lo assicuro, è proprio un’altra cosa. E’ roba di classe.
Innanzitutto gli ” attori ” si parlano. Poi ci sono le candele, e incredibilmente si usano per creare l’atmosfera, non si infilano da nessuna parte. Ci sono anche bottiglie di champagne, musica, lenzuola di seta e bei ragazzi con svariati master in preliminari.
Però io mi dico, va bene la leggenda che vuole noi donne appassionarci all’arte del preludio, non esageriamo però.
Nell’ultimo capolavoro della grande regista Erika Lust, maestra incontrastata del genere, c’è infatti una crudele maratona di preliminari alla fine della quale lei ha il tanga cartonato e lui un tubo di scappamento nei pantaloni.
E’ tutto giocato sul ” vedo e non vedo “, pertanto bisogna avere una grande immaginazione, un po’ come nei film erotici anni ’70, dove sul più bello
apparivano tramonti e caminetti accesi che facevano disperare milioni di adolescenti ingrifati.
E’ inutile girarci intorno, Il ” women porn ” è dedicato a quelle donne che hanno tempo e spazio a disposizione e, come cantava la Nannini, amano
accarezzarsi l’ ” America “.
Non fa per una come me, che al massimo si depila il Molise. Inoltre vi devo confessare che, anche in presenza di residua baldanza e
pruriti primordiali, la cosa non interesserebbe né la sottoscritta, né gran parte delle sue conoscenti.
Perdonate la volgarità, ma qui siamo talmente piene di quotidiani cazzi che, potendo scegliere, vorremmo immaginare di non vederne altri all’orizzonte.