Una scia rossa ricopriva le scale che portavano al sottotetto. Si avvertiva a malapena un odore acre che poco corrispondeva alla visione raccapricciante alla quale l’anziano notaio del quarto piano era appena stato costretto. In pochi avevano sentito l’urlo che era risuonato per le scale, e proprio nessuno aveva capito l’origine del tonfo sordo che ora costringeva l’uomo a contorcersi di dolore e raccapriccio nel tentativo di tirarsi fuori da quella pozza liquida. Poi il rumore si fece assordante. “ Esci fuori con le mani in alto! “. Lei però continuò la sua corsa. Non ci si lasciano alle spalle anni di azioni efferate in un battito di ciglia. Per molti il crimine viene dettato da una deviazione mentale, da una necessità incessante di procurare male. Non per lei, però. Per lei era sempre stato una ragione di vita, una scelta consapevole che avrebbe difeso fino alla fine. Così, non appena comprese che non avrebbe avuto alcuna possibilità di fuga, strinse a sé la testimonianza finale del suo misfatto, il paradigma ultimo della sua deviazione, l’inconfutabile prova dell’estrema nefandezza. Poi, non prima di aver preso una lunga boccata di aria, uscì sul terrazzo. A quel punto l’elicottero si abbassò. “ Alza le mani, ho detto! “La donna lanciò un’occhiata feroce al carabiniere, poi esclamò: “ Ma si arzo le mano me cascheno ‘e lasagne…! “ “ Alza le mani! Non te lo chiederò più! “ La donna si arrese, e un’intera teglia si rovesciò sulle piastrelle arancioni dando vita ad una lunga sgommata vermiglia che lambì la grondaia. “ E adesso vada a casa! E buon primo Maggio… “ Aggiunse l’ufficiale. La donna fece segno ai congiunti nascosti nel locale caldaia poi, mentre con capo chino si avvicinava alla piccola porta metallica, mormorò: “ ‘Cci vostra… ma meno male che j’ho fatto pure ‘a parmiggiana “