Non sono sola, nei miei stessi panni ci sono milioni di donne e di uomini che non riescono a farsene una ragione.
Il punto non è neanche più la prova costume, ma la continua ricerca dell’accettabilità sociale ovvero, un peso decente, un aspetto gradevole, uno status rispettabile.
Ho deciso di denunciare questa piaga sociale dopo che una mia conoscente è morta di “Zumba”.
Credevo si trattasse di una pericolosa malattia tropicale, invece è solo la ginnastica di Satana, sovrano degli inferi e noto figlio di zoccola.
Questa disciplina molto in voga propone ai suoi adepti la combustione di circa mille calorie al minuto, attraverso un mix di discipline letali quali il ku-klux-klan running o il buciodiculo spinning.
Vengo a denunciare l’incoerenza di una società che da una parte propone la pubblicità discount di “Pomodored” – la passata che combatte lo spread – e dall’altra propina la modella segaligna e aristocratica di “DonnaSkianta” – il costume che manco sfiora la 40 – Beh, decidetevi.
Se sono una casalinga costretta alle Olimpiadi del dindarolo perchè il piatto piange, quando poi mi spoglio, ammesso che possa beneficiare di una sacra settimana in un qualsiasi litorale sovraffollato della benedetta penisola, mi fate l’applauso. Esigo una “Ola” per le mie chiappe defunte e per le stimmate da depilazione farlocca. Pretendo che si renda il doveroso omaggio anche alle mie zampone bianche ornate da cellulite doverosa.
Provo a spiegarmi in lingua universale:
Ho talmente cazzi in sovrabbondanza che non voglio più chiedere scusa a nessuno se risulto poco adeguata ai trendy ” Chiringuiti ” on the beach.
Siccome però non voglio lamentarmi senza proporre io stessa una soluzione, ecco la mia idea:
Dividiamoci ufficialmente in caste. Da una parte i dannati dello “Zumba”, gli alfieri dell’integratore proteico, gli sbandieratori del culo tosto.
Dall’altra, i precari della carbonara, i desperados del Somatoline, i Paria della coscia moscia.
Frequenteremo posti diversi, anzi, con grande slancio democratico, ci ritroveremo negli stessi luoghi, ben consci e rispettosi delle reciproche, orribili differenze.